giovedì 29 marzo 2012

Anatra all'arancia

Al corso di cucina che spesso vi ho nominato abbiamo preparato un antipasto con il petto d'anatra che consiste nel tagliare con l'affettatrice il petto. Non è la ricetta che vi lascio oggi, ma la potrete trovare tra qualche giorno. Quello a cui volevo arrivare è il fatto che con un petto avrei fatto antipasti per un esercito, allora ho deciso di dividerlo a metà e impiegare uno dei due pezzi per cuocerlo nella classica maniera: all'arancia. La ricetta è quella di Benedetta Parodi (...e si alzò un boato di disapprovazione tra i lettori food blogger), già, quella che fa il brodo con il dado granulare e utilizza sempre il pronto per soffritto surgelato. Beh, nonostante ciò, a me piace, quindi saltate a piedi pari questa ricetta o datele una possibilità. Giuro che non c'è nulla di surgelato e la ricetta sembra una di quelle prese dal cucchiaio d'argento: semplice, classica e buona. Ma veniamo alle informazioni pratiche: l'anatra è una carne rossa e, nonostante sia un volatile, non deve essere perfettamente cotta, ma al sangue, se usate il termometro la temperatura perfetta è 54° al cuore. A conferma del fatto che con tacchini e polli non ha nulla a che fare c'è anche la sua grassezza, concentrata soprattutto sulla pelle che però può essere tolta, mi raccomando però questa operazione deve essere fatta dopo la cottura. La pelle infatti è essenziale nella cottura che deve appunto partire dal lato della pelle per poi proseguire sull'altro lato.

Difficoltà: media
Tempo di preparazione: 45 minuti


domenica 25 marzo 2012

Tiramisù

Il 9 marzo era il compleanno di mio papà e la sfida era quella di preparare una torta buona, che piacesse a tutti e bella. Tradizione vuole che si prepari il tiramisù per festeggiare i compleanni, dolce che piace a tutti e molto semplice da fare. La ricetta seguita è sempre stata quella di mia mamma: pavesini, caffè zuccherato, 12 cucchiai di zucchero, 6 tuorli, 6 etti di mascarpone e rhum. Quest'anno però non potevo presentare il solito dolce fatto nel famoso vassoio quadrato, allora mi sono data da fare per qualcosa di più trionfante.
Sono andata a fare un giro veloce in supermercato (veloce è sempre relativo, dato che mi perdo sempre tra gli scaffali) a prendere gli ingredienti ed mi sono messa a pasticciare per fare il tiramisù più buono mai mangiato, c'è chi lo fa con la ricotta, chi con gli albumi, io d'ora in poi lo farò sempre con la panna e nessuno mi schioderà più da questa ricetta!

Al dolce vorrei aggiungere oggi una nota storica, un pizzico di patriottismo trevigiano. Leggenda vuole che il Tiramisù sia stato inventato proprio a Treviso. Nel web ci sono diverse versioni della sua origine, ma a me piace credere a questa, che vede la mia città come paese natio del dolce italiano più conosciuto al mondo.

 "Giuseppe Maffioli, esperto enogastronomo, nel 1981 nella rivista "Vin Veneto: rivista trimestrale di vino, grappa, gastronomia e varia umanita del Veneto" storicizza la creazione del dolce verso la fine degli anni 60 "poco più di due lustri or sono" localizzandolo presso il ristorante “Alle Beccherie” di Treviso gestito dalla famiglia Campeol ad opera di un cuoco pasticciere che aveva lavorato in Germania, Roberto “Loly” Linguanotto. Il nome del dolce in veneto “tiramesù” poi italianizzato in “tiramisù”, sarebbe stato adottato per le sue capacità nutrizionali e ristoratrici anche se altri affermano maliziosamente che il nome sia dovuto a presunti effetti afrodisiaci."  [fonte: wikipedia]

Difficoltà: medio/alta
Tempo di preparazione: 2 ore


mercoledì 21 marzo 2012

Polpettone di Anna Moroni

Venerdì scorso alla prova del cuoco la Annina ha presentato questo polpettone che ha fatto innamorare mia mamma. Capricorno puro, precisamente ascendente ariete, appena si mette in testa qualcosa passano poche ora dal dire al fare. Infatti domenica a pranzo ci siamo pappati questo splendido polpettone, che è, a mio parere, un inno alla cucina degli anni '60 e '70. Ok, non c'ero, lo ammetto ed ero ancora ben lontana dai pensieri dei miei genitori, ma la cucina di quegli anni mi sa di abbondanza e di grassi utilizzati senza lesinare. Le cuoche erano quelle che avevano patito la fame durante la guerra e mai come in quegli anni valeva il detto: "l'abbondanza non fa carestia". Sono gli anni delle mozzarelle in carrozza, della panna utilizzata a volontà e dei cibi surgelati che facevano capolino, o meglio invadevano le cucine delle massaie. La farina integrale messa nel cassetto declassata in favore di cibi raffinati, lo zucchero di canna già da anni era stato sostituito da quello chimico di barbabietola e sarebbero passati molti anni prima che rifacesse la sua comparsa. Noodles, wasabi, kebab, sushi, tortillas erano parole conosciute da pochi e questo polpettone vuole essere un piccolo tributo a quella cucina così abbondante e ricca.

Difficoltà: alta
Tempo di preparazione: 2 ore

Foto di Samanta

lunedì 19 marzo 2012

Torta di frutta per la festa del papà

Ho visto in moltissimi blog le famose zeppole di san Giuseppe in occasione della festa del papà, però non le ho mai fatte e ormai saranno rimandate ai prossimi anni. Dopo la marea di fritti di carnevale ho abbandonato l'olio di semi per le torte a strati, la settimana scorsa ho fatto una torta tiramisù che vedrete prossimamente, e ieri ho fatto una calssica torta a strati di pan di spagna, crema pasticcera e frutta. Mio papà era contentissimo, soprattutto perchè era caduto in astinenza da dolci (causa studio non ne ho sfornati molti ultimamente) ed era corso in supermercato a prendersi la Nutella. Non finirò mai di ringraziare madre natura per il metabolismo che ci ha dato: ci fa digerire anche i sassi e mi permette di sfornare dolci molto spesso senza dover rotolare come delle palline per la casa.

Ciò che vi consiglio di segnarvi di questa ricetta è la crema pasticcera che arriva dritta dritta dal corso di cucina. Il trucco è la gelatina, che, aggiunta alla crema, le da consistenza senza appesantirla aggiungendo farina.

Difficoltà: medio/alta
Tempo di preparazione: 2 ore + i tempi di raffreddamento

Foto di Samanta

domenica 18 marzo 2012

Pasta con pancetta, cavoletti e nocciole

Dopo qualche giorno di assenza torno a pubblicare, la sessione di esami è finita e posso curare un po' il mio blog. Sono reduce da una giornata full che non credevo potesse mai giungere al termine, ma rieccomi per raccontarvi un po' cosa è successo questa settimana e come è nato il piatto che vi presento oggi. Possiamo dire che è merito di Ryan, il mio cucciolone, che è stato un ottimo cane da cavoletti e mi ha portata dritta dritta tra le piantine dell'orto che mio papà ha piantato quest'inverno dove sbucavano gli ultimi cavoletti di Bruxelles. Nemmeno 24 ore dopo erano in pentola, a farsi cuocere per condire la pasta.


Foto di Jessica

L'idea è molto semplice e l'ideale per un primo veloce ma sfizioso. Ho sbollentato i cavoletti in acqua salata, nel frattempo ho rosolato la pancetta (senza olio, c'ha già il suo grasso ed è sufficiente), ho cacciato i cavoletti nella padella dopo averli tagliati a metà con la pancetta e sale e li ho lasciati insaporire per bene. Ho cotto la pasta nella stessa acqua dei cavoletti terminando la cottura in padella aggiungendo acqua di cottura in modo che rilasciasse l'amido per rendere cremosa la pasta. Ho aggiunto delle nocciole tritate e un filo di olio extra vergine d'oliva a crudo.
Se amate il formaggio nella pasta, un pecorino ci sta decisamente bene.


L'idea di abbinare i cavoletti alle nocciole è strepitosa, l'ho vista in vari blog e non saprei darne la paternità, so solo che è da provare!

sabato 10 marzo 2012

Vellutata di carote con cumino e pomodori secchi

Ho voglia di colore, guardo le vetrine e vedo questi vestiti primaverili colorati che fnno venire una voglia matta di estate, eppure le temperature, nonostante si siano alzate, non permettono certo di indossare gonnelline e vestitini. Ne consegue che le tonalità dei dei miei abiti continuano ad andare dal marrone al nero, non che poi ci sia questa grande svolta con il cambio armadio, ma adoro i colori, quanto meno addosso agli altri.
La mia passione per le vellutate potrebbe derivare proprio da questo amore represso per il colorato e l'amore per questa zuppa in particolare potrebbe essere dovuto al fatto che è talmente colorata da mettere il sorriso.
Il sapore del cumino da una nota indiana che accoppiata ai mediterranei pomodori secchi sta proprio bene. Provare per credere.

Difficoltà: semplice
Tempo di preparazione: 45 minuti




giovedì 8 marzo 2012

Risotto con zucchine gamberetti e mandorle

Non so se si era capito, ma cucinare i risotti mi piace da matti! Questa mattina ho fatto il brodo vegetale e a pranzo mi sono messa con pazienza a fare questo risotto, così rilassante, a parte il momento di tostare il riso, che devo avere subito il mestolo pronto per aggiungere il brodo. A parte questo istante il resto è tutta poesia, il fuoco medio basso per cuocere, i colori e i profumi che cambiano a seconda del tipo di risotto che si vuole preparare e il riso che pian piano si ingrandisce assorbendo l'acqua.
Oggi ho proprio strafatto, pure le mandorle: non avendole avute a lamelle, mi sono messa con sacrosanta pazienza a tagliuzzarle con il coltello. Pace dei sensi.



giovedì 1 marzo 2012

Uova in camicia

Ed eccomi quì, dopo un po' di tempo, con una nuova ricetta, e nemmeno chissà che gran ricetta. In questo periodo va così, la nuova sessione di esami si avvicina ed il tempo per cucinare si restringe quindi questi giorni sono stati all'insegna di piatti semplici e super veloci (bistecca, pasta col ragù pronto di mia mamma, sgombro, petti di pollo...). Anche questo piatto entra nella categoria dei "pocotempomatantafame", ma siccome ci avviciniamo alla Pasqua ho trovato carino postarlo. Quì di seguito vi spiego il mio metodo per preparare le uova in camicia, in modo che non abbiano quegli odiosi filamenti di albume che li fanno sembrare delle piccole meduse.



Difficoltà: bassa
Tempo di preparazione: 15 minuti